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CHI E’ VOLODYMYR ZELENS’KYJ

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  Volodymyr Zelensky è nato il 25 gennaio 1978 a Kryvyi Rih, in Ucraina, da una famiglia di origini ebraiche e la sua prima lingua non è l’ucraino, ma il russo. Sceglie la carriera di attore e comico, fonda il Kvartal 95 Studio e produce la Telenovela “Sluha Narodu” (Servitore del Popolo), in cui lo stesso Zelensky interpreta l’uomo qualunque che stanco della corruzione politica che imperversa in Ucraina, viene inaspettatamente eletto presidente. Pare che a Igor Kolomoyskyi – potente uomo d’affari dal triplo passaporto ucraino, cipriota e israeliano, fiduciario degli USA e principale oligarca di Ucraina – guardando la popolare telenovela venga la magnifica idea di trasformare la fiction in realtà e di far interpretare all’attore comico Zelenzky la parte del Presidente non soltanto in video ma anche nella realtà. Subito dopo Zelensky annuncia la fondazione di un partito che porta lo stesso nome della popolare telenovela: “Servitore del popolo” e, all’apice della sua popolarità televisiv

A Lampedusa gli sbarchi non si fermano

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  A Lampedusa   gli sbarchi non si fermano. All’hotspot di Lampedusa - contrada Imbriacola ci sono circa   2.800 persone a fronte di poco meno di 400 posti disponibili. I migranti hanno dichiarato di essere partiti da Sfax, in Tunisia, ma anche da Zuwara e El-Agelat in Libia. A questi si aggiungono centinaia e centinaia di bengalesi, egiziani, sudanesi, pakistani, nonché dal Camerun, Congo, Costa d’Avorio, Guinea, Burkina Faso e Sierra Leone. La Prefettura di Agrigento, d’intesa con il Viminale, per provare a tamponare l’emergenza all’hotspot, ha disposto il trasferimento con navi militari e traghetto di linea di buona parte dei cosiddetti “ospiti”; In   Prefettura   stanno cercando di fare il più in fretta possibile e non soltanto perché nei padiglioni di contrada Imbriacola ci sono quasi 2.800 persone, ma anche perché   continuano a registrarsi segnalazioni di avvistamenti e recuperi di gruppi di “migranti”.  Ne Frattempo, del tanto decantato “blocco navale subito” non se n

Ieri come oggi qualcuno che spala fango sugli uomini dello Stato che fanno il loro dovere purtroppo esiste sempre...

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"Una preghiera: statevene a casa e state zitti! Voi che prima del 23 maggio 1992 non salutavate Giovanni Falcone e nei corridoi del Palazzo di Giustizia lo evitavate. Voi che al CSM avete votato no alla proposta della sua nomina al vertice della Superprocura. Voi che dicevate che Giovanni Falcone era malato di protagonismo. Voi che con soddisfazione avete condiviso la decisione del Procuratore della Repubblica pro tempore di affidare a Giovanni Falcone la trattazione di processi bagatellari, così disperdendo nel nulla le sue indiscusse capacità investigative. Voi che avete addirittura ipotizzato che avesse commissionato a qualcuno il compito di posizionare le cariche di tritolo nei pressi della sua villla all’Addaura. Voi che lo invidiavate perché non avevate le capacità professionali e di dedizione al lavoro che aveva lui. Voi che avete sostenuto che le sue indagini patrimoniali sui beni degli imprenditori siciliani mafiosi stavano mettendo in crisi l’economia si

Spesso li si ricorda con la frase "...e la scorta".

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Erano giovani poliziotti pieni di vita con uno spirito di servizio altissimo, meritano di essere nominati e ricordati uno ad uno. E noi li ricordiamo prendendo in prestito le parole scritte dall'amico nonché collega e scrittore Riccardo Gazzaniga. (Che ovviamente ringraziamo) Vito Schifani, a sinistra nella foto, 27 anni, guidava la Croma che apriva la scorta di Giovanni Falcone. Sua moglie aveva 22 anni e il figlio solo 4 mesi. L'assistente Antonio Montinaro, al centro, 30 anni, era il caposcorta, sedeva al posto del passeggero. Era sposato con Tina e aveva due figli. Rocco Di Cillo, 30 anni anche lui, a destra nella foto, era il gregario, e stava sul sedile posteriore. Era fidanzato con Alba. Il 23 Maggio 1992 la loro auto salta in aria per prima, investita in pieno dall'esplosione di Capaci e vola a 100 metri di distanza. I tre poliziotti muoiono sul colpo, dilaniati. La seconda Croma è quella su cui viaggia Giovanni Falcone, che si è messo alla guida, come

EUNAVFOR MED Operation Sophia è costata 1,5 miliardi e 50mila clandestini

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L’Italia chiede “un aggiornamento del mandato dell’operazione Sophia” per “evitare  che gli sbarchi dei migranti salvati dalle navi dell’operazione avvengano soltanto in Italia. Anche su questo tema occorre che tutti gli Stati membri si chiedano davvero se valga la pena di mettere in pericolo un’operazione anche di forte valenza politica” per “reiterare una chiusura netta ad un aggiornamento del mandato che l’Italia chiede allo scopo di ottenere finalmente uno sforzo condiviso sugli sbarchi”. Parola di Giuseppe Conte. Il premier porterà tali richiesta al Consiglio europeo in programma nei prossimi giorni. Non si capisce perché non lasciare semplicemente che la missione scada a fine dicembre. Lungi dall’essere una lotta al business dei clandestini e alla tratta dei nuovi schiavi – obiettivo dichiarato della missione Sophia – questa era diventata un servizio taxi in sinergia con le Ong. E come firmato da Renzi, in cambio di ‘flessibilità sul deficit’, i clandestini finivano tutti in

Il PD ha traghettato la mafia nigeriana in Italia: 80 mila in cinque anni

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In questi anni, Pd e Ong hanno lavorato essenzialmente a favore della mafia nigeriana. Quando inconsapevolmente non si sa, soprattutto nel caso delle Ong. Lo hanno fatto importando una massa enorme di spacciatori, prostitute e questuanti. Ma quanti, esattamente? Dal 2013 ne hanno scaricati in Italia 80 mila, quasi tutti arrivati sui barconi: è come se avessimo traghettato un esercito ostile in Italia. Fino al 2013, anno in cui il Pd ha preso in mano il governo da solo, con un golpe di palazzo, i nigeriani non erano nemmeno nella top ten delle nazionalità di ingresso. Poi il boom. In un crescendo che ne ha portati nel 2017 quasi 30 mila in un solo anno. Come se volessero accelerare questo trasferimento in vista dell’arrivo di un nuovo governo. Se fosse un processo, l’accusa evidenzierebbe poi il fatto che per favorirne la permanenza in Italia, la stessa parte politica aveva inventato una nuova figura di asilo, la ‘protezione umanitaria’, fatta su misura per i nigeriani: che non

Rientra in Italia la ragazza trattenuta in Pakistan. La ventitreenne aveva chiesto aiuto alla vecchia scuola che aveva allertato le autorità

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Tornerà in Italia Menoona Safdar la ragazza ventitreenne di origini pachistane che aveva chiesto aiuto all’ex  scuola perché portata in Pakistan contro la sua volontà probabilmente per un matrimonio combinato. Lo conferma il ministro degli Affari esteri Enzo Moavero Milanesi. Menoona Safdar, ha annunciato Moavero, si è imbarcata stamani su un volo diretto in Italia. «Il positivo esito, che ha posto fine a una grave violazione dei diritti fondamentali della giovane donna, è stato reso possibile, a  seguito del personale interessamento del ministro, dall’efficace azione della nostra ambasciata a Islamabad in stretto raccordo con la Farnesina», si legge in una nota del ministero. La ragazza era in quarta superiore quando suo padre, all’inizio del 2015, le avrebbe impedito di continuare a frequentare la scuola, costringendola a restare a casa. Poi, nel 2017, insieme alla sorella, i genitori l’hanno riportata in Pakistan, dove l’hanno lasciata per far rientro in Italia. Nel luglio scor